Manuale per non restare vergini

Uno dei paradossi piùcomuni della nostra epoca è la sempre crescente difficoltà deiragazzi d’oggi a reperire delle copule nonostante i costumi sessualisi siano di molto stringati, ovvero nonostante le ragazze sianosempre più devote alla pratica della prostituzione gratuita. Laspiegazione più semplice a questo enigma è che l’altra metà delcielo dona il proprio fiore, generosamente e senza pretese, a pochiilluminati individui che hanno scoperto le leggi e i meccanismi diuna logica semplice come è quella femminile. Perciò l’oltreuomo,dopo l’epifania del manuale per non restare zitelle, ha deciso didare una mano anche ai giovinotti, rivelando le tre antiche regole diseduzione per portarsi a casa la pagnotta tanto desiderata.

1 CELEBRAZIONE DEL PENE
La prima cosafondamentale da fare è ribaltare il piano di valore dell’organosessuale che vi ritrovate tra le gambe. L’uomo ha un istinto quasiincontrollabile all’autocelebrazione del pene, di qualsiasidimensione, peso o forma esso sia. Perciò quando in presenza diqualche ragazza vi viene voglia di fare una battuta del tipo «Scusateragazzi, ma devo andare a casa a vedere un film sul miocazzo…Anaconda» trattenetevi più che potete. Agli occhi dellafemmina apparirete come sfigati; anche se siete veramente dotati diun missile, non susciterete il minimo interesse nella ragazza, checomunque di missili ne ha già presi a vagonate. Se invece con ilsorriso è con una faccia tenerina dichiarate in compagnia di avereun pisellino, otterrete la massima attenzione della ragazza, la qualesi stupirà della vostra mancata ostentazione della visvirile, si sentirà più a suo agio, si intenerirà. Probabilmentecercherà addirittura di consolarvi dicendo che l’importante èusarlo bene. Calcate la mano, dite che anche nell’utilizzo non sieteun granché.
Bene, magicamente vedreteaprirsi tutte le difese dell’esemplare femmina, la quale oltretuttosarà decisamente incuriosita dalle vostre dichiarazioni e vogliosadi scoprire se la vostra era una battuta o no. Portarla a letto saràun gioco da ragazzi, con il vantaggio di non dover avere nessunaansia anticipatoria in caso di microfallo ed enorme soddisfazione daparte di lei in caso di normal o big.
2 ILPASSATO
Lasindrome dell’infermierina non è una stronzata. Come ai maschi vieneduro alla prima cosa rotonda che vedono, allo stesso modo la femminasi trasforma in angelo redentore alla prima storia triste e turpe (èlo stesso meccanismo che spiega l’immenso talento nel pulire eriordinare). Quindi inventatevi un passato il più tragico possibile:un migliore amico morto, con conseguenze tragiche quali la dipendenzadall’eroina; mille storie con ragazze sbagliate che non avete maiamato; padri che picchiano madri; madri che picchiano cani; sorellesieropositive; insomma, tutte le cagate che la vostra mente malatariesce a partorire. Poi fategli capire che state cercando una personaper uscire da questa merda ecc… ecc… La ragazza a quel punto siinfilerà in una cabina telefonica e indossato il costume daSupergirl cercherà di salvarvi da una famiglia problematica e sullastrico (che in realtà è soggetta all’ultimo scaglione Irpef) asuon di fellatio e lacrime.
3 LAREGOLA DELL’AMICO
Laregola dell’amico è vera fino a un certo punto. All’inizio ènecessario invece instaurare un legame d’amicizia con la preda,raccontandogli dettagliatamente tutti i casini e i problemi che avetecon ragazze che non esistono. La torda sarà lusingata e felice diavere sto benedetto amico maschi, comincerà a celebrare l’esistenzadell’amicizia tra maschio e femmina e a snocciolare a ripetizione lafrase: «Io ho un sacco di amici maschi». Dato per scontato chetutti la vogliono chiavare, solo pochi riescono ad uscire da questocircolo per ottenere ciò che veramente vogliono. Quindi, una voltaconsolidato il rapporto in questo modo, dichiarate apertamente divolere qualcosa di più di una semplice amicizia. Lei prevedibilmentedichiarerà di non voler cambiare le cose per paura di perderequalcosa di importante e tutte quelle menate imparate guardando unamamma per amica. A questo punto è essenziale tirare fuori icoglioni. Affermate con decisione che le cose sono ormai giàcambiate e che non riuscite a vederla come un’amica. A quel puntodovete interrompere i rapporti. Non chiamatela più, non rispondeteai messaggi, non scrivetele messaggi, se la incontrate per sbagliosalutatela con supponenza, uscite raramente con qualche sua amica.Dopo un mesetto circa la donna, l’essere più semplice al mondo,proverà la stessa sensazione di quando a 5 anni la sua cuginettarubò la sua Barbie preferita. Vi vorrà a tutti i costi. Scopatela,è un gioco da ragazzi.
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Fashion Riot

Nella foto:

Converse Shoes
Nadine Leather Trousers
Brandy and Melville Anarchy Top
MSGM Jacket
Alexander McQueen Scarf
Miu Miu Glitter Sunglasses
Kenneth Jay Lane Bangle

Le manifestazioni di protesta: una meravigliosa cornice in cui conoscere nuovi amici, divertirsi in compagnia, fare dell’attività fisica, scambiarsi battute e opinioni, sentire quel bel senso di appartenenza a qualcosa di libero e vitale e, con un pizzico di fortuna, beccare un po’ di figa.
Le motivazioni che alimentano le proteste sono le più varie visto che chi comanda ne combina di tutti i colori. Tuttavia, quello che più colpisce di questa antichissima forma di interazione sociale è l’appeal che suscita su persone di tutte le risme. Una moda che impazza su tutto il territorio e coinvolge giovani e vecchi, uomini e donne, caucasici e non, persino i calciatori non resistono al fascino di un bello sciopero.
Non si tratta solo di moda. I manifestanti rappresentano una delle principali risorse economiche dello stato italiano. Per fare un esempio, le spese sostenute dai manifestanti per spostare le proteste pendolari, dal ponte sullo stretto alla TAV della Val di Susa, hanno finanziato l’acquisto di tre centrali nucleari dalla Francia.
Ma chi sono veramente questi manifestanti? Cosa vogliono? Come fanno ad avere così tanto tempo libero?
L’oltreuomo ha analizzato per voi le principali tipologie di manifestanti.

Il leader.
Il ruolo di leader è geneticamente determinato. Questi individui già in tenerissima età dimostrano una propensione al comando, organizzando tra i compagni d’asilo squadre incaricate di alzare la gonna alla maestra. Da sempre in prima linea nelle lotte scolastiche contro i troppi compiti, le verifiche dopo i giorni di feste nazionali, la faziosità dei testi scolastici e la necessità di installare distributori di preservativi nei bagni delle scuole superiori. La sua idea di università deriva dai film “Zabriskie Point”, “Fragole e Sangue” e “Come te nessuno mai” di Muccino. I suoi accessori distintivi sono il megafono e la Kefiah entrambi acquistati nello stesso negozio e-bay.
Tutto quello che vuole è essere amato. Per raggiungere l’obiettivo durante i comizi utilizza un linguaggio triviale e poi si tappa la bocca come se “gli fosse scappata” generando ilarità tra gli astanti.
Il leader non ha mai tempo libero.
Il fuoricorso.
Ha più di 28 anni e gli mancano solo cinque esami per concludere la triennale. Il capello canuto gli conferisce un’aura di rispetto tra i suoi compagni più giovani. Lui nel ’68 c’era e racconta nostalgico di quante ne hanno date e prese “al tempo degli Unni”. È amato da tutti anche se non lo invitano mai alle partite di calcetto.
Tutto quello che vuole è che ritorni il grande partito comunista e per farlo si scaglia violentemente contro il governo e contro la variante di valico Barberino-Roncobilaccio.
Se chiedete al fuoricorso cosa fa nel tempo libero vi risponderà che deve studiare.
Il fattone.
Facilmente riconoscibile perché mentre tutti seggono a gambe incrociate attorno al leader, lui sta sbracato contro il muro e rolla una canna. Se gli chiedete per cosa sta manifestando vi risponderà con parole tratte da una canzone dei Sud Sound System. Il suo ruolo istituzionale all’interno delle manifestazioni sarebbe quello di procurare la droga. Purtroppo facendone un cospicuo uso non riesce mai a farne avanzare per la vendita.
Era molto informato sulle motivazioni della protesta ma ora non le ricorda più.
Tutto quello che vuole è sballarsi e ballare a ritmo di musica reggae.
Il fattone è completamente padrone del suo tempo, perché lui è il tempo però non ha tempo perché è continuamente impegnato a scovare complotti mondiali, scie chimiche, intercettazioni, onde magnetiche, bombe atomiche e l’ingerenza dei coltivatori di oppio del Nicaragua.
Il curioso.
Passa di lì per caso ed è attratto dai colori sgargianti delle bandiere della pace. Non sa bene perché protesta ma ama la buona compagnia e il cameratismo. Solitamente viene coinvolto in azioni eversive da parte degli altri manifestanti. Troppo timido per confessare di non saper fabbricare una bomba molotov rischia spesso di mandare a monte la lotta.
Tutto quello che vuole il curioso è essere ripreso in TV e salutare tutti i suoi amici.
Il curioso passa il tempo libero a curiosare.
La suffragetta.
All’interno dei movimenti di lotta ci sono i gruppi femminili. Solitamente rappresentano lo zoccolo duro della protesta perché più preparate e diligenti dei loro colleghi maschili. Il loro obiettivo è far sentire la voce del secondo sesso e farsi il leader. Quando una suffragetta riesce a farsi il leader viene immediatamente odiata dalle altre. Durante l’intero arco della protesta tutte riescono a farsi il leader e questo provoca uno scollamento all’interno del gruppo.
Tutto quello che vogliono è trovare un marito ricco che le mantenga. Di solito lo trovano dopo che il leader le abbandona.
Durante il tempo libero dipingono, fanno sculture con la creta, scrivono poesie o racconti, cucinano torte e leggono Simone De Beauvoir.
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L’hot dog

Lo riconobbesubito. Era uno stupido tatuaggio che rappresentava nientemeno che un hot dogfumante. Un hot dog! Ripensò alla stessa cosa che gli era venuta in mente laprima volta che aveva visto quello stesso segno permanente sul culo di Jimmy:“come cazzo fa uno a incidersi per sempre una tale stronzata sulle sue sacrenatiche”. Quella volta, però, quel pensiero non era stato quello preponderante,nella mente di Marco: le chiappe di quel ragazzo dal nome ridicolo l’avevanocerto messo a disagio, ma il problema cruciale era un altro. Già, perché laprima volta che vide Jimmy, il buon vecchio Jimmy, questo si stava scopandoindisturbato la sua ragazza (e con “sua” intendo di Marco), quella gran troiadi Nicole. Risulterebbe terribilmente banale riferire le bestemmie e i pensieriomicidi che gli erano venuti in mente, in quel luminoso sabato mattina di circaun anno prima.

Quandorivide l’inconfondibile e imbarazzante hot dog sullo stesso culo moscio, Marcofu sicuro che si trattasse di Jimmy. Lesse il referto medico, si volevaaccertare la causa di morte di mister tatuaggio-del-cazzo. Sul gelido tavoloautoptico, quello stronzo di Jimmy era nudo come un verme, bianco, maleodorante.In una parola, puzzava proprio di morto. Era passato a miglior vita soffocando,a quanto pareva, e la causa Marco già la sospettava. Quel vecchio porco avevafatto chissà quali giochetti erotici, magari usando qualche bell’hot dog caldoe grosso per ficcarselo nel culo, vista la citazione sul suo corpo. Ecertamente maneggiando il suo. Però aveva commesso l’errore di legarsi con unacorda al collo, per godere di più, il vigliacco, traendo forse spunto da quellavolpe di David Carradine, morto per un analogo fatale errorino dimasturbazione.
Il nostroJimmy non era, quindi, certo un genio, gli aveva fottuto la ragazza – è vero -ma visto il quoziente intellettivo di lei, era probabile che avesse trovato unamaggior affinità intellettiva (o elettiva) per lo scimmione dal corpopalestrato che ora Marco si accingeva a squartare.
Qualcosaperò lo turbava. Qualcosa che non era il tatuaggio, né una gelosia retroattivaper uno che di lì a poco sarebbe stato ottimo cibo per vermi. Quel giornogrigio, nella stanza squallida illuminata a neon dell’obitorio, davanti altavolo d’acciaio con mille bucherelli per far scolare il sangue dei tanticadaveri che si erano offerti come vittime sacrificali alla scienza, un tavolointriso di morte quasi palpabile nell’aria, e che ora accoglieva gelido ilcorpo di quel fottuto Jimmy , c’era qualcosa per cui Marco non riusciva a darsipace; un piccolo dettaglio non gli permetteva di prendere in mano ed utilizzareforbici, scalpello, sega e infine segatura per infarcire di nuovo quel tacchinodalla faccia butterata e con un’espressione di pseudo godimento perquell’ultimo fatale orgasmo; la ragione che stava paralizzando Marco, colmo dirabbia e delusione, era che Nicole – che da un anno ormai per lui erasemplicemente La Gran Troia (nelle varianti Big Bitch o Sboldra – per gli amicidi Marco), aveva giustificato il fatto di essersi fatta scopare quel sabatomattina da Jimmy wurstel-sul-culo con la semplice affermazione: “ce l’hagrosso, grazie a dio più di te, e mi fa veramente godere dopo anni. Capiscimi”.Questa frase lo aveva segnato, Nicole si era ripetutamente lamentata della lorovita sessuale, della mancanza di desiderio tra loro, ma aveva oltrepassato ciòche un uomo può tollerare chiamando a testimoniare nel tribunale dei litigi dicoppia le dimensioni a suo dire troppo ristrette del suo pene.
Quel ricordobalenò nella mente di Marco, e lo pietrificò: quel cadaverico Jimmy, bastardostecchito, gli stava mostrando chiaramente un pene di dimensioni irrisorie,esaltandolo anche grazie alla depilazione integrale nella regione pubica che sifa ai morti, analogamente ai polli che vengono spennati per essere macellati etrasformati in squisiti e genuini chicken mcnuggets . Neanche il suo amicoPippo, soprannominato Small Dick, poteva raggiungere dimensioni altrettantoimbarazzanti. Il buon Jimmy avrebbe potuto vincere il primato di cazzo piùpiccolo in quei concorsi fenomenali a cui partecipano in primis giapponesi,seguiti da altri uomini prevalentemente caucasici (di negri se ne vedono pochida quelle parti, per noti motivi anatomici) privati di ogni forma di dignità eaccomunati dalla “qualità” di avere un compagno di vita di dimensioni ridotte,lì sotto.
Il fatto cheLa Gran Troia l’avesse preso per il culo, ora non lo faceva essere lucido, nonriusciva a controllare la sua freddezza e obiettività di anatomopatologo.
Non si rese neppure conto, quindi, di aver già impugnato ilbisturi e di averlo puntato verso ciò che letteralmente incarnava il casus belli della rottura tra lui e NikyLa Sboldra.
La fine diquesta storia la si può immaginare. Ora Marco ha appena finito il periodo disospensione dall’Ordine dei Medici, non ha lavorato per parecchi mesi, durantei quali è andato in Giappone e ha partecipato a svariati concorsi di Chi ce l’ha più piccolo? o Qual è il mikado più fino?, non vincendomai ed esultando per le sue sconfitte. Ora si sente meglio, ha perso dignità ereputazione sociale, tanti lo hanno creduto un pervertito e sua madre èschiattata fulminata da un infarto dopo che nel paese calabrese dove viveva(sì, dico calabrese proprio per sottolineare il fatto che i terroni non sifanno i cazzi loro) si sparsero le voci sui concorsi che suo figlio faceva,cose a loro dire vergognose e disonorevoli, “Mazzi e panelli fannu i fighhi belli,pana senza mazzi fannu i figghi pazzi”, e lasciò la sua amata terra di sole endrangheta quando un suo nipote le fece guardare il video tratto da Quale fallo riuscirà a passare attraverso laserratura?,  in cui il suo Marco siclassificò settimo (peraltro, la vecchia soffriva di problemicardiovascolari ed era pure paraplegica, quindi per certi versi è stato un donodel buon vecchio dio chiamarla al paradiso degli storpi, dove oggi finalmentesi sente integrata).
Ma dopotanto tempo, ora finalmente Marco sta meglio, e ha la consapevolezza di avereun pene di nuovo valore. Ha comprato così la sua virilità. A caro prezzo,qualcuno dirà. Ma che prezzo ha sentirsi nuovamente un uomo? Cosa può valere dipiù della libertà di poter insultare a cuor leggero gli omosessuali o diguardare un film di Ozpetek ed esclamare: “che froci del cazzo”?
Vidomanderete che fine abbia fatto il pene di Jimmy, una volta evirato da unMarco tremante e rabbioso, ma al tempo stesso orgoglioso del suo membro rinato,per la prima volta dopo tanti anni di sofferenza, di pianti notturni, di pugnisulle palle che non riusciva ad accettare.
Beh, Marcopensò bene di impacchettarlo in una pellicola domopak, il tutto avvolto poi dacarta stagnola, sembrava quasi un kebab. O un hot dog. Lo mise in un pacco espedì il regalo all’indirizzo:
Nicole Gran Troia De Sanctis – via delle Verghe, 51 – Torino
Un bigliettoaccompagnava il regalo di Marco per la sua ex fidanzata. Un biglietto di pocherighe, essenziale ma significativo, che chiude il cerchio di questa storia:
  Eccoil tuo hot dog di carne 100% italiana.
 Porzione mignon, ma ideale come spuntino…
Luigi Pavia
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Coglioni Gonfi

La simpatica espressione “averne pieni i coglioni” raggiunge un nuovo livello di verità.

Wesley Warren Jr, affabile negretto di Las Vegas, dal 2008 ha i coglioni gonfi. Lo sventurato 47 enne una mattina si è svegliato con un dolore lancinante in tutto il corpo il cui epicentro era situato nel suo scroto. Da quel giorno la sacca scrotale di Wesley si è gonfiata fino a raggiungere dimensioni agghiaccianti e il considerevole peso di oltre 45 chilogrammi (100 pounds).
Solo un intervento chirurgico potrebbe salvare lo scroto e il pene di Wesley ma l’assicurazione sanitaria non copre le spese. Attualmente è in atto una colletta per raccogliere la cifra di un milione di dollari, necessaria a pagare l’intervento.

Buona fortuna Wesley. Toccati le palle.

http://www.lvrj.com/multimedia/player/embed/425×240/131961463.swf

Fonte: http://deadspin.com/wesley-warren-jr%27/

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Manuale per non restare zitelle

La redazione dell’Oltreuomo è statarecentemente sommersa da lettere dal contenuto tragico einsoddisfatto. Migliaia di ragazze disperate ci hanno scrittochiedendo dei consigli per riuscire a trovare un fidanzato etenerselo stretto. Non potevamo restare indifferenti a quelle rismedi fogli inzuppate di salate lacrime, perciò abbiamo deciso dicostituire un piccolo manualetto che potrà aiutare le giovanizitelline a non fare la fine di Crudelia De Mon.

Regola numero 1: DEPILATEVI!
Molte ragazze continuanoinspiegabilmente ed ostinatamente ad evitare questa pratica base.Bisogna essere sempre perfette, sempre! Gambe, pube ascelle. Nontrascurate questo aspetto, anche se siete in un periodo dove nonvedete l’ombra di un uccello. E se in quello stesso periodo,rinchiuse in casa a strafogarvi di Viennetta, vi capitasse unimprevisto, tipo la frattura di una gamba, e al pronto soccorso ilgiovane specializzando strafigo rimanesse schifato dai tronchid’albero dei vostri arti inferiori? Mai trascurarsi. Un’ultima cosa:le braccia; non mi stancherò mai di ripeterlo, sempre più spessovedo ragazze accettabili con peli alla Lucio Dalla sulle braccia.Aprite gli occhi Cristo santo!
Regola numero 2: QUANDO DARLA
Spesso le giovani donzelle, quando sonoall’inizio di una frequentazione, sono assillate dal dubbio se darlasubito o aspettare. Nel primo caso verranno considerate «facili» eabbandonate dopo un altro paio di scopate, nel secondo giustamentestigmatizzate come bigotte e lasciate dopo una settimana diincordatura alle palle del povero ragazzo.
La soluzione è più semplice di quelche sembra: datela la prima sera e basta. Così il ragazzo fortunatoall’inizio penserà di potervi scopare due tre volte e lasciarvi, maalla richiesta del bis il vostro rifiuto scatenerà in lui unaincontrollabile voglia di possesso. Si riempirà la testa di dubbisulle sue doti di amatore e comincerà ad ascoltarvi davvero perottenere la rivincita, eccitandosi nell’attesa dell’evento senzapotervi considerare una suora. Dopo un mesetto potrete concedergli ilbis, il tonto sarà già completamente cotto.
Regola numero tre: IMPARATE A CUCINARE
Per l’amor di Dio, imparate a cucinare.É una cosa fondamentale nella formazione di una coppia vincente.Dopo un paio di mesi l’animale che avete come fidanzato sarà giàstufo di fare l’amore con voi. Prenderlo per la gola è davverol’unico metodo per perpetuare la gioia in una relazione. E nondimenticate di fare della cucina il vostro rifugio; stateci piùtempo possibile.
Regola numero quattro: BE STUPID
Mediamente le ragazze sono molto piùintelligenti dei maschietti. Non fateglielo capire mai, siate furbe.Fate le oche, ridete ottusamente, fingete di non capire le battute.Il maschione si sentirà dominante sotto tutti i punti di vista econtinuerà a non accorgersi della cresta sulla spesa non ritenendoviabbastanza acute per attuare una simile diavoleria.
Regola numero cinque: IL CALCIO
Per il maschio italico non c’è nientedi più importante del Calcio. Non rompetegli mai i coglioni se staguardando una partita. Mai! Andate via, sparite; andate al cinema,allo zoo, al cimitero ma non fatevi trovare nel raggio di 5chilometri dal televisore.
Regola numero sei: DIAVOLO E ACQUA SANTA
Forse la più importante. Il cervellodell’uomo è narcisistico a tal punto da accettare la contraddizionedi essere fidanzato con una santa che però, inspiegabilmente, è unatroia solo con lui. Alimentate questo dogma pagano. Se vi chiede conquanti siete stati a letto prima di lui, non dite mai la verità: unoo due sono sufficienti, se non troppi. Quando gli donate la fellatioo fate dell’ anal, dichiaratecandidamente come sia stata per voi la prima volta, perché con glialtri vi faceva schifo solo l’idea, e il demente rimarrà soddisfattoe tronfio del suo ruolo di sverginatore si serie b. Neanche inpromozione arriverebbe primo.
Buonafortuna
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Breve, ma utile, guida alla disobbedienza civile

Troppo spesso chi manifesta non è preparato a farlo. Il problema è la mancanza di un corso di laurea che illustri i punti chiave di un’azione di protesta. Ma anche se ci fosse i protestanti non sarebbero in regola con gli esami. Pazienza.
L’oltreuomo, da sempre impegnato nel sociale, vi offre un estratto della “breve, ma utile, guida alla disobbedienza civile” di Woody Allen. Studiata con cura offre una serie di utili consigli per chi volesse rovesciare un governo o far cambiare il nome a una via.
Buona lettura.

“Per fare una rivoluzione ci vogliono due cose: qualcuno oqualcosa contro cui rivoltarsi e qualcuno che si presenti e faccia larivoluzione. Di solito ci si veste in modo molto informale e le parti in causasono piuttosto flessibili nello stabilire il luogo e l’ora ma, se nessuna delledue parti si fa viva, l’impresa va a finire male. Nella rivoluzione cinese del1650 nessuna delle due parti si fece viva e perdettero l’anticipo per la sala.
Vengono chiamati “oppressori” le persone o il partito controcui ci si rivolta e sono facilmente riconoscibili perché apparentemente sonogli unici che si divertono. Gli “oppressori” generalmente portano completi fumodi Londra, posseggono terreni e tengono la radio al massimo di notte senza chegli altri osino protestare. Il loro compito è di mantenere lo status quo, unacondizione dove tutto rimane lo stesso anche se in effetti sono disposti a dareuna mano di bianco ogni due anni.
Quando gli “oppressori” diventano troppo severi, abbiamoquello che si chiama uno stato di polizia, dove è vietato ogni dissenso, comeil ridacchiare, il portare una cravatta a farfalla.
I gruppi che si rivoltano sono chiamati “oppressi” egeneralmente si assembrano brontolando e accusando emicranie (si deve osservareche non si verifica mai che gli oppressori si rivoltino o cerchino di diventaregli oppressi perché ciò comporterebbe un cambio di biancheria).
Qualche esempio di rivoluzioni famose:
La rivoluzione francese, nella quale i contadini presero ilpotere con la forza e subito cambiarono le serrature del palazzo per impedireai nobili di rientrare. Poi fecero una grande festa e mangiarono astrippapelle. Quando i nobili ripresero finalmente il palazzo dovettero fareuna pulizia generale e trovarono molte macchie e bruciature di sigarette.
La rivoluzione russa, che covava da anni e improvvisamentescoppiò quando la gleba finalmente capì che lo Czar e lo Tzar erano la stessapersona.
Si deve notare che, una volta compiuta la rivoluzione, gli“oppressi” spesso prendono le redini e cominciano a comportarsi come gli“oppressori”. Naturalmente da quel momento diventano irraggiungibili altelefono e per quel che riguarda gli spiccioli prestati durante la rivoluzioneè meglio non chiederne la restituzione.
Forme di disobbedienza civile:
Sciopero della fame. Gli oppressi stanno senza mangiarefinché non siano soddisfatte le loro richieste. Dei politici insidiosilasceranno biscotti a portata di mano o forse del parmigiano, ma si deveresistere. Se il partito al potere riesce a far mangiare lo scioperante, disolito riesce a soffocare l’insurrezione senza troppe difficoltà. Se riesce nonsolo a farlo mangiare ma anche a fargli pagare il conto, ha vinto.
In Pakistan uno sciopero della fame è fallito quando ilgoverno ha offerto eccezionali scaloppine di vitello Cordon Bleu che le massehanno trovato troppo buone per poterle rifiutare, ma questi piatti dabuongustaio sono rari.
Il problema dello sciopero della fame è che dopo qualchegiorno si diventa piuttosto affamati, specialmente se circolano delle macchinecon altoparlanti che trasmettono, “Ummm… che pollo delizioso! Umm… un po’ di piselli…Umm…”
Una forma modificata dello sciopero della fame, per quelliche non hanno convinzioni politiche troppo radicali, potrebbe essere larinuncia. ai sottaceti. Questo piccolo gesto, se usato nel momento giusto, puòavere un’enorme influenza sul governo ed è noto che l’insistenza del Mahatma Gandhidi mangiare non miste le sue insalate indusse il governo inglese a molteconcessioni.
Sciopero bianco. Dirigetevi al luogo indicato e poisedetevi, ma col sedere per terra. Altrimenti siete solo accovacciati, unaposizione che non ha nessuna valenza politica, a meno che anche il governo nonstia accovacciato (ciò che avviene raramente, anche se il governo a volte sirannicchia quando fa freddo). Il trucco è di rimanere seduti finché non siottenga quanto richiesto ma, come nello sciopero della fame, il governo tenteràdei metodi subdoli per far alzare lo scioperante. Per esempio, potrebbero dire:“Okay; tutti in piedi, stiamo chiudendo.” Oppure: “Potresti alzarti un attimoche vogliamo vedere quanto sei alto?”
Manifestazione e marce. Condizione indispensabile di unamanifestazione è che deve essere vista. E’, per questo che si chiama “manifestazione.”Se una persona manifesta privatamente, a casa, non solo non si può parlaretecnicamente di manifestazione ma si tratta di un “atteggiamento opportunista”o “comportarsi da idiota”.
Un buon esempio di manifestazione fu il Boston Tea Partydurante il quale gli americani offesi si travestirono da pellerossa e buttaronoil tè inglese nel mare. Più tardi, dei pellerossa travestiti da americanioffesi buttarono in mare i veri inglesi. Quindi gli inglesi, travestiti da tè,si buttarono in mare. Finalmente dei mercenari tedeschi, vestiti solo coicostumi delle Troiane, si buttarono in mare senza ragione alcuna.
Quando si manifesta, è bene portare un cartello che dichiarila propria posizione. Alcuni suggerimenti circa ‘la posizione: riduzione delletasse, aumento delle tasse ecc.”
 Woody Allen
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Jizz in my pants

Quante volte vi sarà capitato di farvi sorprendere dai singulti dell’eiaculazione precoce. Sono attimi agrodolci in cui si rimane sospesi tra il piacere del risolto e l’imbarazzo verso il partner attonito. Noi dell’Oltreuomo siamo talmente abituati a non superare le quattro spinte pelviche che, negli anni, abbiamo raccolto un campionario di frasi “salva slip” per sublimare la vergogna.
Applicate con attenzione i consigli che seguono e anche voi riuscirete a trasformare un coito prematuro in una sborrata di ottimismo.
1) Mentre eiaculate alzate le braccia al cielo e urlate “primo, ho vinto”! 
Qualsiasi donna immagina che gli uomini non siano altro che dei bambinoni competitivi. La vostra compagna interpreterà la circostanza in base al suo stereotipo più prossimo anziché su base razionale. Penserà qualcosa tipo “che carino” o “così giocherellone sarebbe un ottimo padre per i miei figli”. Lo scopo di questo stratagemma è risvegliare il suo istinto materno.
Per gli stessi motivi funziona anche mettersi a piangere singhiozzando “uffa! Tutte le volte così!”
2) Prendete un kleneex e cominciate a pulirvi. Senza guardarla dite con grande calma “scusa ma mi stavo rompendo il cazzo”.
L’utilizzo di questa scusa serve a spostare, con eleganza, il piano del problema dalla vostra debacle a l’inadeguatezza della vostra compagna. Le donna, insicura per natura, inizierà a domandarsi dove ha sbagliato e perché. Ripasserà mentalmente tutta la serata, dalla cena al coito, interpretando a posteriori dei dettagli insignificanti come se fossero errori biblici. Dopo essersi colpevolizzata farà di tutto per farsi perdonare.    
3) Assumete uno sguardo sbigottito e timidamente affermate “strano, di solito mi capita solo con le fighe”?!
Le cattiverie gratuite sono da sempre il collante tra le coppie. Questo caso specifico si regge sull’abilità squisitamente femminile di filtrare le informazioni. Della frase suggerita, l’informazione che viene elaborata dalla partner sarà “lui si fa delle fighe”. In questo modo acquisterete punti nella sua personale scala di valutazione e si vanterà con le amiche di avervi conquistato.
In questo modo è probabile che possiate farvi anche le amiche.
4) Inforcate gli occhiali precedentemente riposti sul comodino accanto al letto e spiegatele che l’eiaculazione precoce, in natura, è una caratteristica adatta alla conservazione della specie. Argomentate dicendo che durante la copula gli animali sono scoperti a eventuali attacchi di predatori ed è quindi necessario ridurne al minimo la durata.
L’effetto principale sarà annoiarla. Esattamente lo stesso effetto che avreste ottenuto se l’atto sessuale si fosse protratto.
5) Guardate l’orologio e dite “visto che abbiamo tanto tempo perché non andiamo in centro a fare shopping? Offro io”!
In questo modo le procurerete l’orgasmo e l’asimmetria sarà appianata.
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Ho sognato Freud, che significa?

“È come un soffio di vento più forte” diceva quando lesobbalzava il cuore.
Lei era una psicoanalista e le piaceva speculare sullapsiche e sui sentimenti. Mai che si godesse un istante nel nome di un’emozione.Doveva sempre scavare fino alle fondamenta più sterili della circostanza.Analitica fino al midollo, aveva speso mesi studiando i più grandi pensatoridella “Gestalt” e n’era uscita vergine.
Credeva nelle ideologie, per questo rifiutava l’olismo.“L’ideologia è una parte del tutto ben determinata” e ancora “la definizione diquella parte è l’essenza dell’ideologia”.
Io non capivo e quando non capivo le chiedevo d’essere piùsemplice.

“Non posso essere più semplice” mi rispondeva scocciata“diventerei comunicativa, e tu sai che la comunicazione sottrae ognideterminazione. Aspira ad essere contemporaneamente una cosa, il suo contrarioe tutto ciò che sta in mezzo tra i due opposti”.
Ammetto che forse ammazzava il dialogo, ma almeno lo facevacon stile.
Io certamente non ero alla sua altezza ma, molte volte,credo che nemmeno lei lo fosse. Spesso quando era sotto stress farneticava.Ricordo come incolpasse di ogni cosa sua madre. A volte di cose che avevafatto, altre volte di cose che le aveva fatto mancare.
Aveva il più bel culo di Santa Croce Sull’Arno. Un culo chelei con mestiere ornava indossando perizomi minimalisti. Nonostante ciò, nelsesso era un po’ rigida. Non trovava la posizione giusta e spesso si perdevanei dettagli scientifico-fisiologici della copula e dell’amplesso. Durantel’orgasmo piangeva e urlava la santità dei corpuscoli di Krauss.
Quando desiderava maggiore eccitazione m’intimava di leccarecon tocchi fugaci di lingua il terzo esterno della sua vagina e indugiare sulclitoride così da stimolare le ghiandole di Bartolini a secernere il lorosecreto. Leggermente disgustato, io eseguivo alla lettera ogni passaggio e lei,paga del mio operato, affermava che il vantaggio di prendere le cose con rigorescientifico risiedeva nella possibilità di replicare i risultati.                                                                                                                                      
Anchesui lavori di casa avrebbe potuto scrivere un saggio breve.
“Esiste un modo per lucidare i metalli cromati con la soda”oppure “per pulire l’avorio dei manici d’osso della coltelleria, strofinali consucco di limone salato”, “per togliere il lucido da un abito, inumidisci lastoffa con una miscela leggera d’acqua e ammoniaca, poi stira sotto una pezzaumida”. Mi sono sempre chiesto come facesse a sapere tutte queste cose, lei chenon faceva altro che vagare con il pensiero alla ricerca dell’insight. Ungiorno, ebbi la risposta.
Rincasai prima, per farle una sorpresa, era il nostroanniversario.
Sul tavolo dello studio c’era un libro con le pagine piantee strappate. Lessi il titolo intriso nelle lacrime: Freud per sempre. Un libro di Lacan.
Salii lungo lescale verso la camera da letto e la trovai seduta lì a gambe incrociate chemangiava cioccolata e studiava un manuale di chimica. Gli occhi gonfi, dovevaaver pianto molto.
“Lo sai chemischiando l’ammoniaca con la candeggina si produce un composto che inalato puòportare alla morte?”
Avvertivo in leiuna ricerca crescente di stabilità. Aveva bisogno di certezze, appoggiarsi a leggiferree ma i suoi studi e la sua indole l’avevano resa intollerante a tuttoquesto.
“La new age è larisposta!” così disse e così fece.
Io non sapendo benecosa fosse questa “new age” di cui si ciarlava un po’ ovunque, tentai dichiederle delucidazioni.
“La new age è latrasformazione della religione in alcunché d’indefinibile, ma economicamenteredditizio. Sarebbe impossibile descrivere la new age come somma di elementisemplici: in essa confluiscono tendenze che nulla hanno a che vedere tra loro,sicché il movimento nel suo complesso sarebbe multiforme e indefinito. Presentaun’immagine del mondo in cui i contrasti sono superabili nell’esperienzaindividuale della pacificazione e della quiete”. Lo diceva come se recitasseuna litania, senza fermarsi per respirare e senza modulare il tono della suavoce.
Credo che fossetalmente innamorata di se stessa al punto da far innamorare anche me. Non tantodi lei quanto delle sue manie. La vedevo dedicare anima e corpo al cambiamentodella sua anima e del suo corpo per stare al passo con le mode intellettuali.Non sto dicendo che non avesse personalità. Al contrario. Sto dicendo che neaveva mille. L’ho vista liberale, marxista, atea, fondamentalista islamica,ecologista, lesbica, materialista, giacobina, fenomenologica, accademica,femministaiola, femminista, maschilista, comunista, freak, grunge, classica,cattolica, reazionaria e tifosa del Cuoiopelli Cappiano.
“Tornerà l’era Lazzerini”diceva avvolgendo il collo nella sciarpa bianco rossa.
Confesso che quandolei la domenica se ne andava allo stadio io curiosavo tra i suoi appunti, librio quaderni, senza capire niente di ciò che ci trovavo scritto dentro. L’unicacoerenza nelle sue riflessioni era un attaccamento insensato e morboso per laparola “aberrante”.
Tutto ciò chestudiava o che viveva le sembrava aberrante, persino la nostra gatta Minù.
C’era un interosaggio ispirato alla gatta, non ne ho capito bene il senso ma si intitolava: Gatti:da clochard del regno animale a borghesi del postcapitalismo. Credo fosse qualcosa di allegorico.
Ormai sentivo chel’amore squillante che tempo addietro lei aveva provato per me si stavatrasformando in qualcosa di brutto. In prurito credo.
A letto, a pranzo,sul divano, ogni istante della sua giornata condiviso con me le causava unterribile prurito. Il dermatologo disse che non c’erano anomalie epidermiche, néfunzionali né strutturali, si trattava di un disturbo psicosomatico causato daun agente stressante. Quasi certamente io.
Allora lei se neuscì con discorsi sulla libertà, sulla vita che fugge, il tempo, lo spazio,l’amore e i reality. Sentiva il bisogno psicosomatico di partecipare a unreality.
“Il reality non haaltro scopo se non inserire l’io di una persona comune nell’immagine del mondo.Ho bisogno di emanciparmi, non da te, nemmeno dal nostro rapporto. Ho bisognodi emanciparmi dall’immagine che ho di me. Inoltre non sopporto più la nostragatta Minù!”
Riuscì ad entrarenel cast del “grande fratello” e durante la prima puntata non fece altro cheparlare di sesso citando gli studi di un emerito ricercatore dell’universitàdel Missuri il cui nome, ironia della sorte, era Joseph LoPiccolo. 
Ci volle veramentepoco tempo perché si portasse a letto tutti i maschietti della casa ediventasse una sorta di mascotte. La Marcuzzi commentava imbarazzata le suegesta e Signorini la istigava gridando all’invidia. 
Essendo palesementeschierata nella fazione maschile creava superiorità numerica e questo legarantì di non finire mai in nomination. Arrivò in finale ma non vinse. Seconda.
Tornata da me conun ego gonfio di fama mi improvvisò un discorso sulla scissione tra l’anima e ilcorpo.
“Sì, mi sonoportata a letto otto uomini. L’amore e il sesso sono cose che non fanno partedello stesso dominio. Con loro è stato solo sesso. Siccome anche con te è solosesso mi vedo costretta a lasciarti”.
Non l’ho piùsentita né rivista.
Credo sia diventatauna famosa psicoanalista da varietà ma io non ho la TV.
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Ode alle brutte

La televisione, internet, i media ci fanno giornalmente il lavaggio del cervello, proponendoci modelli di bellezza completamente artefatti.
Per carità, una bella figa è una bella figa; ma fin dalla notte dei tempi c’è qualche saggio che riesce a calarsi nella profondità della vita e ad allargare lo sguardo verso ciò che è bello non per gli occhi soltanto, bensì per tutta la sensitività delle nostre percezioni. La bellezza in sé, come ogni oggetto, non è inconoscibile in sé e per sé, al contrario di quel che sostiene Kant, ma si rivela solo alle anime più aristocratiche; tra queste il mio nonnetto veneto, che soleva dirmi da piccolino questa splendida massima che mi accompagnerà per tutta la vita: «Bruta de muso, bea de buso».

Perciò in onore di tutti coloro che possono capire quanta più soddisfazione possa dare giacere con un cofano rispetto ad amoreggiare con una bellezza insopportabilmente parlante, ho scritto questa splendida poesia.

Mia cara compagna di orrende fattezze
è una vita che ammiro le ascelle con pezze
giorni infiniti sgobbando da mulo
la sera ritorno e te lo metto nel culo
Intanto ricordo i giorni passati
oh quante bellezze e quanti limoni
un dì ho raggiunto le nuove certezze
non voglio una figa che rompe i coglioni
Avere un bel seno e una vita soave
fa il cazzo già duro sì fosse una trave
io svuoto il mio sacco, m’appena svuotato
già inizi a parlare del jeans che hai comprato
Ammazza che palle io voglio una scrofa
che succhia felice perché lusingata
ho sempre per lei una splendida strofa
è dolce, gentile e l’ha subito data
Sesso di fuoco lei mi regala
cure mi dà se la gola s’ammala
oh non mi tradisce, è sempre contenta
posso pestarla ed è sempre contenta
Ah se ripenso alle mie vecchie storie
ridenti donzelle con splendidi occhioni
eran solite pretendere cene le borie
che scopavano stando a «due di bastoni»
Erano tempi depressi ma adesso
sono rinato, ciccione più spesso
scopo le chiappe con la cellulite
invece le fighe son già sfinite
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Se lei vuole il cinema e lui vuole chiavare?

Paul Watzlawick e Mihaly Csikszentmihalyi sono due esperti di teoria della comunicazione anche se, a causa dei loro nomi, non hanno mai superato la fase dei convenevoli in nessuna conversazione. Watzlawick nella “pragmatica della comunicazione umana” ci spiega chiaramente che se una persona non risponde volentieri alle nostre domande è possibile che lo faccia mentendo. Il professore di Palo Alto manda così a puttane un secolo di psicoanalisi. Csikszentmihalyi, invece,  nel suo libro “Flusso: psicologia di un’esperienza ottimale” ci convince della possibilità di essere più contenti se facciamo qualcosa che ci piace.

Noi dell’oltreuomo abbiamo deciso di utilizzare le argute pensate di questi due luminari per definire alcune modalità caratteristiche dei rapporti di coppia. Per farlo prenderemo in esame una situazione molto frequente nei rapporti a due e definiremo le diverse modalità comunicative e comportamentali che possono essere messe in atto.
Situazione di partenza: Lei vuole andare al cinema, lui vuole chiavare.
Compromesso: vanno in un drive in e lei gli fa una sega.
Lei rinuncia al cinema classico pur ottenendo ugualmente la visione del film e lui rinuncia alla penetrazione pur ottenendo comunque un amplesso.
Mediazione: lei va al cinema con una sua amica e lui si chiava la stessa amica.
Entrambi ottengono ciò che volevano grazie all’intervento di una terza persona (il mediatore) che aiuta la coppia a raggiungere una soluzione mutualmente accettabile.
Atteggiamento passivo (di lui): vanno al cinema e lui le guarda le tette tutto il tempo fantasticando, poi tornati a casa la uccide e violenta il cadavere.
Lui non ha il coraggio di proporre i suoi desideri e di conseguenza asseconda passivamente le esigenze altrui accumulando rabbia e frustrazione.
Atteggiamento passivo (di lei): copulano. Durante l’atto lei è assente e annoiata ma lui non nota la differenza. Durante la notte lei taglia la punta del pene del compagno.
Lei non riesce a rifiutare di soddisfare le richieste del partner quindi decide di eliminare le richieste alla base.
Atteggiamento aggressivo (di lui): lui urla frasi ingiuriose nei confronti di lei, della sua famiglia e della famiglia del regista del film. Dopo la prende con violenza sul tappeto del salotto. Trascorse quattro ore selvagge, lui fuma rilassato in giardino e lei gli accarezza il petto con l’indice sussurrando “ti amo”.
Lui non riesce ad accettare che la propria volontà non si concretizzi e si impone attraverso la violenza verbale e fisica. Questo tipo di atteggiamento rozzo e ignorante accende il desiderio della compagna, la quale ne esce appagata. Purtroppo questa dinamica si rivela talmente soddisfacente per entrambi che finisce con il diventare l’unica forma di interazione possibile.
Atteggiamento aggressivo (di lei): lei pianta il broncio e lo guarda come se la vita non fosse altro che dolore e atroci sofferenze. Fa un utilizzo ingente di sospiri e di frasi di valore comunicativo scarso o nullo (“non so”, “chi può dirlo?”, “non ricordo se ti piacciono le barbabietole”). Mediante frasi a mezz’aria riversa su di lui la causa dei suoi mali. Lui incapace di entrare nella logica della “non comunicazione” si ammazza mangiando cibi a cui è allergico.
Per sopperire allo svantaggio fisico, la donna nei secoli ha sviluppato la tecnica della “violenza docile”. Questa strategia consiste nel fare pena al compagno. Il paradosso di questa tecnica risiede nella sua efficacia circoscritta esclusivamente al caso in cui il partner sia sensibile e molto coinvolto. Ovviamente un ragazzo con queste caratteriste, se subisce la “violenza docile” si ammazza.  
Atteggiamento assertivo (la buona comunicazione): chiavano al cinema.
Entrambi ottengono quello che volevano senza rinunce.
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